Testimoniamo una grande delusione

Siamo nell’inverno 2012, io Stefania e Adina (nome di fantasia) ci troviamo nella Sala Meditazione; oggi c’è tanta gente e pur essendo arrivati mezz’ora prima dell’inizio del Darshan non ci sono più posti a sedere… Troviamo dunque uno spazietto lungo il corridoio verso il fondo dal lato sinistro della sala appoggiati al muro… Un po’ mi spiace perché era parecchio tempo che Adina sarebbe dovuta venire. Aveva scelto proprio quel giorno per conoscere Swami Roberto assistendo al suo Darshan e mi sarebbe piaciuto “ospitarla” nel migliore dei modi, facendola sedere comoda e, perché no, magari nelle prime file subito dietro i seggiolini sempre molto ambite dai fedeli nonostante non fossero dei più comodi!
Quella mattina Adina decise di venire con noi. Ci colse di sorpresa facendosi trovare nel parcheggio in piedi a fianco della nostra auto… Erano quasi due anni che ci conoscevamo essendo diventati vicini di casa… Frequentandoci piacevolmente ogni tanto trascorrevamo un po’ di tempo insieme… Ed in quelle occasioni Adina ci raccontava spesso e ci teneva informati della sua malattia, una malattia strana di cui non ricordo il nome scientifico ma ben ricordo gli effetti su di lei. Il suo polmone si “staccava” e rischiava di collassare, soprattutto in concomitanza del suo ciclo mestruale al punto che doveva subire cure mediche speciali per interromperlo proprio per evitare il collasso del polmone. Che incubo! Più volte nei nostri discorsi era capitato di raccontare del nostro “impegno” domenicale nella nostra chiesa, sopratutto al sabato sera quando non volevamo fare mai troppo tardi poiché l’indomani mattina la sveglia sarebbe suonata alle 7 e 120 km di strada ci avrebbero aspettati per arrivare puntuali all’inizio della messa presso la nostra chiesa di Leini. Questa cosa da sempre incuriosiva Adina che sin dalle prime volte ci disse che un giorno le sarebbe piaciuto venire anche lei a conoscere la nostra chiesa nonostante non fosse una assidua frequentatrice di chiese.
Ebbene nonostante avesse avuto a disposizione circa 100 settimane lei scelse di venire proprio quella domenica lì… Partimmo per Leini un po’ assonnacchiati e arrivammo come sempre una mezz’oretta prima dell’inizio del Darshan.
Dopo una ventina di minuti in piedi in attesa dell’inizio della funzione durante i quali davo qualche piccola spiegazione su Anima universale mentre la chiesa si "riempiva fino all’orlo" finalmente arrivò l’ora dell’inizio del Darshan. Il Maestro quel giorno non fece grandi passaggi in mezzo alle centinaia di fedeli e iniziò quasi subito a parlare… Non ricordo con precisione le sue parole ma ricordo ancora con stupore il concetto semplice e molto potente che ripeté quasi come un mantra per oltre un’ora… Quel giorno in chiesa secondo Swami Roberto erano presenti persone “nuove”, persone che mai prima si erano recate presso il monastero e tantomeno avevano assistito alla celebrazione del Darshan… Ma queste persone secondo Swami quel giorno avevano fatto una scelta e si erano avvicinate a Dio… Non solo, queste persone, per questo apparentemente semplice motivo quel giorno avrebbero ricevuto un dono da Dio, un vero e proprio miracolo! Eh si perché Dio è grande e a volte basta anche solo un piccolo gesto, un solo passo verso di lui per permettergli di poterci aiutare, per permettergli addirittura di compiere un miracolo tutto per noi! E tutto questo senza volere nulla in cambio, senza aspettative, senza soprattutto la pretesa di un ringraziamento perché Dio Ama incondizionatamente e, nonostante alcune delle persone nuove presenti quel giorno non sarebbero state grate a Dio per il miracolo ricevuto, loro lo avrebbe ricevuto lo stesso questo miracolo, per il semplice fatto che avevano deciso di andargli incontro anche una sola ed unica volta, proprio solo per il fatto che «avevano messo un piede proprio lì», nella sua casa. Io e Stefania continuammo a guardarci per quasi tutto il Darshan quasi a cercare conferma sulla veridicità delle parole che le nostre orecchie stavano ascoltando…. Era incredibile… Ogni singola parola sembrava rivolta ad Adina al punto che la mia mente razionale si chiedeva chi avesse mai potuto avvisare il Maestro della presenza della nostra ospite, cosa che ovviamente nessuno poteva sapere! Dopo oltre un’ora di incredibile insistenza sul concetto appena esposto, di preghiere intense e di riti ai quali Adina non si sottrasse, il maestro concludeva il Darshan lasciandoci come sempre il cuore pieno di gioia e di speranza e congedandosi accompagnato da un mare di applausi.
Il ritorno verso casa fu quasi surreale… Nessuno disse una parola… Io e Stefania Eravamo così entusiasti che avremmo voluto parlare tanto e confrontarci con Adina… Avevamo una voglia matta di conoscere il suo punto di vista ma rispettammo la sua privacy ed il suo stato d’animo abbastanza introverso per tutto il viaggio di ritorno.
Arrivati a casa ci congedammo e lei ci ringraziò per il passaggio. Io e Stefania eravamo entusiasti per il Darshan ma allo stesso tempo un po’ delusi per non aver avuto praticamente nessun riscontro dalla nostra amica se non qualche sporadico e sintetico commento generico di apprezzamento. Ci salutammo e lei ci ricordò che da lì a qualche giorno avrebbe avuto la consueta visita di controllo per verificare che il suo esile polmone non fosse peggiorato e che non rischiasse di staccarsi del tutto collassando. Andammo ognuno a casa propria.
Qualche giorno dopo ci sentimmo al telefono, non ricordo esattamente per quale motivo, e lei tutta entusiasta e felice iniziò a raccontarci che era tornata dalla visita medica e il dottore le aveva detto che il suo polmone si era incredibilmente “riattaccato”…. Io per poco non rischiai di svenire mentre una sensazione di gioia, incredulità e magnificenza mi pervadeva completamente…. Ero felice, ma soprattutto ero orgoglioso! Orgoglioso del Maestro e di Dio grazie al quale un miracolo si era appena compiuto e io avevo fatto la mia parte! Il cuore mi scoppiava di gioia e avrei voluto urlare al mondo: «Dio c’è ed è immenso!» Ma lei non me ne diede il tempo ne l’opportunità perché quando immediatamente dopo le chiesi: ma come si è riattaccato?! Ma cosa dici?! Lei mi rispose: sì! Sono andata con mio papà dal dottore, mi ha accompagnata lui e mi ha portato fortuna… d’ora in poi andrò sempre con lui! Io piombai letteralmente dalle stelle alle stalle con un tonfo incredibile di cui ogni tanto provo ancora un po’ di dolore al ricordo. «Ma come?! – avrei voluto risponderle – ma che diavolo dici!» Ma la delusione prese subito il sopravvento… e semplicemente le dissi: «Bene, sono molto contento per te, tuo padre deve essere una persona speciale». E la salutai. Ho impiegato tanto tempo a capire e ad accettare ciò che successe… Non si può non riconoscere un miracolo, soprattutto se preannunciato! non si può non essere grati a Dio per una cosa del genere, non si può non ritornare mai più nel posto dove questo miracolo ha preso forma ed aveva addirittura un nome ed un volto! Non si può! Eppure erano esattamente le parole di Swami che si erano avverate. Quel giorno qualcuno che era lì presente a quel Darshan per la prima volta, avrebbe ottenuto un miracolo, non lo avrebbe riconosciuto e non sarebbe mai più tornato in Anima Universale; ma Dio avrebbe continuato ad amare comunque quella persona poiché egli fa tutto ciò non per orgoglio, non per ricevere gratitudine, ma semplicemente per Amore! Ed io Voglio essere Amore.
Grazie Maestro per questo tuo ennesimo insegnamento.

P.S. Dopo qualche anno noi ed Adina ci siamo persi di vista a causa del suo trasferimento… l’ho rincontrata qualche mese fa per caso, a distanza di sette anni da quel giorno e ovviamente non sono riuscito a non chiederle come stava e come andava con il suo polmone… lei con un sorriso e facendo spallucce mi risponde: «sono andata all’ennesima visita qualche mese fa e il dottore ha ribadito che sono totalmente guarita e mi ha detto di non farmi vedere più!»

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