Vorrei dare una testimonianza di quello che Swami Roberto fece per me un pomeriggio di tanti anni fa e tuttora, quando ci penso, mi lascia sbigottita!
Ebbene, quel sabato pomeriggio, credo fosse il mese di Febbraio del 1990, andai insieme alla mia cara amica Paola e sua sorella a dire il rosario che Roberto celebrava a Leini, in frazione Tedeschi.
Arrivammo lì con la mia 500 Fiat percorrendo la strada che passa da San Francesco al Campo perché era meno transitata e lo stesso facevo per il ritorno.
Purtroppo, finita la preghiera, era calata una nebbia così fitta che a malapena riuscivo a vedere a un metro dal cofano!
Percorsa un po’ di strada con molta fatica, data la ridotta visibilità, Paola
mi fece notare che forse avevo sbagliato strada…
Subito mi fermai, rendendomi conto che aveva ragione dato che la strada non era asfaltata ma sterrata come generalmente sono le stradine di campagna.
Vedemmo la sagoma di una cascina a pochi metri con una piccola luce sotto al tetto.
Feci retromarcia ma, improvvisamente, sentii le ruote posteriori nel vuoto. D’istinto bloccai il freno a mano salvandoci dalla caduta totale dell’auto nel fosso!
Piano, con timore, scendemmo tutte e tre con molta difficoltà nel fosso fangoso sforzandoci di sollevare le ruote per rimetterle sul piano strada ma ci era impossibile, non avevamo la forza necessaria pur essendo in tre!
Dopo vari tentativi falliti, dissi: «Provate voi a sollevare mentre io provo ad avviare il motore…».
Niente, nemmeno così l’auto si spostava!
Rischiavamo di rimanere lì, non so per quanto tempo, faceva anche freddo e non potevamo chiedere aiuto dato che allora il cellulare non era in nostro possesso e la cascina pareva deserta!
La cosa strana fu che nessuna di noi era impaurita o allarmata, non so, era incoscienza? Forse sì!
Fu in quel momento che pensai di invocare Swami gridando: «Roberto aiutaci!!!!!»
Passarono pochissimi secondi ed io e Paola vedemmo all’improvviso una luce sul lato sinistro del fosso, una luce luminosa, strana data la nebbia che era posizionata abbastanza in alto; non poteva essere un faretto di una bicicletta né un faro di auto, era troppo in alto.
Pensai cosa potesse essere, era comunque la benvenuta sicuramente e stranamente era ferma.
Nuovamente spronai le mie amiche a ritentare la manovra del sollevamento mentre io rigiravo la chiave del motore.
Finalmente e con gioia l’auto si spostò come se fosse stata sollevata da una gru o da una forza sicuramente maggiore della nostra. Eravamo incredule, come era possibile che per tante volte non si era spostata di un centimetro e ora sì?
Le mie amiche risalirono in auto con le scarpe piene di fango come le mie; finalmente l’incubo era finito ma rimaneva ancora l’incognita su quale strada prendere, non sapevamo dove fossimo finite e c’era ancora la nebbia molto fitta.
La luce che era apparsa iniziò a muoversi piano piano e sembrava che ci dicesse: seguitemi! Facemmo proprio questo dicendo che da qualche parte saremmo arrivate.
Non saprei dire per quanto tempo guidai, a un tratto scorgemmo le luci della Chiesa di Swami Roberto, eravamo in frazione Tedeschi e improvvisamente la luce che ci guidò scomparve come per incanto!
Evidentemente lui voleva che seguissimo la strada di Leini, che era molto più illuminata.
Arrivammo ognuna alle nostre case dai nostri familiari che trovammo in ansia e preoccupati per il forte ritardo.
Il Sabato successivo ritornai da Swami per ringraziarlo ma appena iniziai il discorso lui mi fermò dicendo: «è andato tutto bene, no?»
Lo abbracciai con gratitudine e gioia e ancora oggi lo ringrazio per l’aiuto immenso e per tanti altri aiuti che ho ricevuto da lui nel corso della mia vita altrettanto grandi e importanti.
Emma Costagli
Pistoia, 6 maggio 2024
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