Nella notte tra domenica 15 e lunedì 16 marzo 2015 ho ricevuto la visita dei ladri. Quella sera sono andato a dormire piuttosto tardi come di consueto. A un certo punto, nel sonno profondo, ho sentito scricchiolare il pavimento. Ho pensato fosse la mia gatta che stava giocando e faceva rumore - di solito quando non è fuori dorme sul letto vicino ai miei piedi. Ma lo scricchiolio era troppo forte per una gattina che giocava e sempre nel sonno ho pensato di vedere cosa stesse succedendo. Ho sollevato il capo a fatica e quando ho aperto gli occhi mi sono ritrovato un fascio di luce puntato dritto verso di me. Non riuscivo a vedere nulla, ero disorientato e ho sentito una voce nel buio che intimava: “Tu dormi”, mentre qualcuno si avvicinava e prendeva il cellulare che di notte tengo sul pavimento vicino al letto.
In quell’istante benché disorientato ho cominciato a capire che c’era qualcuno in casa, e in quello stesso istante ho avuto la percezione netta di Swami Roberto. Non so dire se ho visto la sua immagine o se ho avuto solo la percezione della sua presenza, ma in quell’istante ho capito che c’era qualcuno in casa – dei ladri – e nello stesso tempo sono stato pervaso da una grande calma che mi ha permesso di mantenere il controllo e non lasciarmi andare a nessuna reazione pericolosa. Mi sono messo a “dormire”, fermo nel letto, con la luce sempre puntata sugli occhi, mentre i ladri – due, alti e di corporatura atletica – iniziavano a frugare nei cassetti. In verità uno frugava e l’altro stava nell’ombra a sinistra del letto, e controllava i miei movimenti. Poi il ladro che frugava ha visto lo zaino – che porto sempre in camera con me quando vado a dormire – ha trovato il portafoglio e ha cominciato a svuotarlo. Poiché un anno e mezzo fa avevo subito il furto dello zaino con tutto dentro - documenti, patente, libretto, carta di credito, chiavi di casa, telefono cellulare, viacard… tutto - e avevo perso tempo ed energie per rifare tutti i documenti mi è venuto spontaneo dire al ladro: “Per favore, lascia stare i documenti…”. Per tutta risposta il ladro ha replicato: ”Dove ce l’hai il portafoglio?” – dopo il furto subito ho due portafogli, uno per i documenti e uno dove tengo sempre pochi euro… - al che ho risposto: “Nello zaino.” Il ladro ha trovato il portafoglio con i soldi e, sapendo di avere solo pochi euro gli ho detto: “Guarda che io ho pochi soldi…”. Dopo aver finito di frugare nei cassetti e dopo aver trovato la magra somma di soli 15,00 euro ho visto che i ladri stavano per andare via. Ancora una volta mi è venuto spontaneo rivolgermi al ladro che aveva frugato nello zaino e mi aveva preso il cellulare e gli ho detto: “Per favore, lasciami il cellulare…”. A quel punto il ladro si è fermato, ha tolto il cellulare dalla tasca, lo ha guardato e me lo ha dato in mano dicendomi: “Non telefonare a nessuno, perché noi siamo qui vicini…”, e sono scesi al piano di sotto.
Quella notte pioveva, a tratti lo scosciare della pioggia che cadeva intensa copriva ogni altro suono. Sono rimasto fermo nel letto, nel buio, ad ascoltare ogni minimo rumore, per capire se i due ladri erano ancora in casa o erano già andati via. Dopo un’ora – erano le quattro del mattino – sentendo solo il rumore della pioggia mi sono deciso ad alzarmi e ad andare a vedere, col timore di trovare la porta spalancata e la casa nel più grande disordine. La casa era in ordine, la finestra da cui i ladri erano passati per entrare chiusa, la porta della cucina da cui i ladri erano usciti chiusa, con la persiana accostata. Ho fatto un giro per vedere che cosa avevano portato via. Oltre ai 15,00 euro prelevati dal portafoglio mancava solo il mio vecchio computer, un Mac Book di circa 7-8 anni fa, che un amico mi aveva regalato e che usavo ormai da un anno dopo la rottura del mio portatile. Non c’era nessun danno dovuto alla cattiveria o alla frustrazione per aver trovato poche cose interessanti da prendere. In più, nonostante questo, non ero stato malmenato o costretto con la forza a consegnare dei soldi che i ladri potevano pensare avessi nascosti in casa o a rivelare il Pin della carta di debito. Devo dire che in quel momento mi è venuto da pensare a dei ladri gentiluomini, in versione Arsenio Lupin.
Ma soprattutto, più ci penso, più ho la certezza che Swami mi ha protetto, permettendomi di mantenere la calma e non fare nessun gesto inconsulto, e ha anche ispirato un comportamento “umano” ai due ladri, di cui ero completamente in balia, che si sono accontentati di quel poco che hanno trovato, senza minacciarmi o peggio malmenarmi e senza danneggiare la casa al di là dei piccoli danni provocati dall’intrusione.
Non è la prima volta che Swami interviene in modo così evidente nella mia vita, e sempre in situazioni per me critiche o molto pericolose. Anni fa mi aveva molto colpito una espressione di Yogananda, che evocando gli aiuti ricevuti dal suo maestro li aveva definiti “le silenziose benedizioni del guru”. Ecco, io credo sempre più che Swami Roberto sia sempre presente con le sue silenziose benedizioni, e ci aiuti in questo modo ad affrontare i nodi karmici delle nostre vite. Un vero gigante dello spirito che ci indica la strada e ci protegge, per quanto lo permetta il karma individuale di ciascuno di noi.
A Swami il mio grazie.
Lettera firmata
1 giugno 2015
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