Sono passati ben trenta anni da quel 1° maggio 1993, giorno in cui consacrai la mia vita a Dio, divenendo monaco Ramia della Chiesa Anima Universale.
Ancora adesso ricordo bene il primo incontro con Swami Roberto, quando in seguito a una grave malattia alla prostata, che già persisteva da cinque anni, fui convinto da mia sorella Marina a parlare con un ragazzo di Torino di nome Roberto, che lei frequentava già da qualche anno.
Da notare che in cinque anni di malattia fui visitato da vari urologi, ma purtroppo la situazione non migliorava, nonostante terapie e diete specifiche. Dopo l’ultima visita, l’urologo mi disse che se la situazione non fosse migliorata, dopo l’ultima cura, avrebbero dovuto asportarmi la prostata, da quanto era lesionata e in continuo peggioramento, con sangue nelle urine.
Dai miei diciott’anni in poi, avevo condotto una vita dissoluta, noncurante di me stesso e tantomeno degli altri. In poche parole, e nel mio caso non è solo un modo di dire, una vita fatta di sesso, droga e rock ’n roll.
In mezzo a questa vita di menefreghismo, ci fu qualche breve episodio in cui tentai di conoscere qualche aspetto della religiosità. Per brevi periodi frequentai dei gruppi: buddisti, induisti, testimoni di Geova, oltre che cattolici. Ma tutto questo non mi diede nessuno stimolo, né motivo di riflessione, quindi proseguii nella dissolutezza, convincendomi sempre più che Dio fosse soltanto una fiaba per bimbi.
Ritornando al primo incontro con Swami, quando arrivai a Leini con mia sorella ero molto scettico; entrammo in quello che allora era un capannoncino adibito a chiesa, e lì c’era Roberto che riceveva delle persone.
Prima che arrivasse il mio turno, notai che Swami ogni tanto mi guardava con uno sguardo molto duro e sofferente… tanto che non sapevo se restare o andarmene. Poi però decisi di affrontare l’incontro con lui.
Quando fu il mio turno, mi avvicinai a Swami e incominciai a parlargli del mio problema di salute. Lui mi mise una mano sulla schiena e mi disse deciso: «Questo non è il problema peggiore. Tu nella tua vita hai sempre bestemmiato Dio con il tuo comportamento, e questo è il tuo problema più grosso. Vedi tu, se vuoi continuare così o se decidi di cambiare vita. Svegliati!». Dopo di che, se ne andò.
In quel momento fu come se mi mancasse il respiro, venni folgorato da quelle parole tanto forti, ma tanto vere. Dentro di me si era come aperto uno spiraglio di luce. Mi resi conto che non avevo parlato a un semplice ragazzo religioso, ma a una persona con capacità immense, e me ne resi conto sempre di più quando, spinto dalla curiosità, iniziai a partecipare alle funzioni a Leini, durante le quali Swami, oltre che pregare, parlava di spiritualità in maniera mai sentita da nessuna parte.
Apro una parentesi. Dopo quell’incontro che mi ha cambiato la vita, dovevo rifare gli esami della prostata. L’urologo, stupito, mi disse che la malattia era diminuita del 70% e tutte le lesioni si erano rimarginate.
Praticamente ho vissuto su di me non uno, ma due miracoli: l’essermi svegliato dall’incubo di una vita ormai persa tra vizi e menefreghismo, e il ritrovarmi all’improvviso sulla via della guarigione, dopo cinque anni di sofferenza.
Incominciai a leggere il Vangelo, e gli insegnamenti di Swami mi aiutarono a comprendere che bisogna rinunciare un po’ al proprio egoismo per riuscire a volersi più bene e a fare del bene.
Così nacque in me una profonda riflessione sulla direzione che volevo dare alla mia vita, e dopo le comprensibili titubanze e ripensamenti, decisi che desideravo con tutte le mie forze diventare uno strumento di buona volontà, in contrasto alla cattiva volontà che fino a quel momento mi aveva come posseduto.
Parlai a Swami della mia intenzione di consacrarmi a Dio e lui mi disse di incominciare la mia preparazione alla scuola dei Ramia «e poi si vedrà».
Ed ecco che iniziai il cammino verso il sacerdozio nella Chiesa Anima Universale, di certo non facile, in quanto i ricordi e le tentazioni della vita passata mi assalivano frequentemente, ma il desiderio e la gioia di percorrere questa nuova via era molto forte.
Trentanni fa ho cambiato totalmente vita e ho la speranza che altre persone insoddisfatte della vita che conducono, o persone avvilite, senza risposte, desiderose di colmare quel vuoto che sentono dentro, possano compiere questo importante cambiamento di vita, per dedicarsi al servizio di Dio nelle genti e nella natura.
Per questa grande opportunità che ho avuto, ringrazio Dio e la Madonna. E ringrazio Swami Roberto, perché senza di lui a quest’ora non so proprio dove o come sarei finito.
Grazie, grazie, grazie
ramia Claudio Guiotto
Leini, 1 maggio 2023